Ci sono corse che non mentono, corse che aprono la strada verso un grande futuro. Il Giro Next Gen è senza dubbio una di queste. Nato nel 1970, ha cambiato nome diverse volte negli anni, da Baby Giro a Girobio, passando per il Giro d’Italia Giovani e il Giro U23: ora, con il nuovo corso di RCS Sport, la gara punta a crescere ancora come Giro Next Gen.
Un elemento, però, è rimasto costante nelle 45 edizioni che si sono svolte fino ad ora: la qualità dei partenti. Le strade italiane hanno infatti visto passare tantissimi talenti prima che spiccassero il volo. Alcuni sono diventati buoni corridori, altri invece sono diventati veri e propri fuoriclasse. Lo si capì fin da subito che chi brillava in questa corsa avrebbe avuto un futuro luminoso, d’altronde è sempre stato un Giro d’Italia in miniatura e alla strada, si sa, non si può mentire.
La seconda edizione la vinse Francesco Moser, la terza Gianbattista Baronchelli e poi via così con nomi che poi il mondo del ciclismo, pian piano, avrebbe imparato a conoscere. Si imposero anche Pëtr Ugrjumov, Wladimir Belli, Francesco Casagrande, Gilberto Simoni e l’astro nascente Marco Pantani, che fece 3° nel 1990, 2° nel 1991 e 1° nel 1992. La storia non è cambiata neppure negli ultimi anni e, anzi, la gara è diventata sempre di più obiettivo primario nella stagione dei ragazzi U23 più forti del mondo.