Nella prima parte dell’anno Paul Magnier aveva corso Strade Bianche, Dwars door Vlaanderen e Giro di Francoforte, non le gare riservate agli U23, ma quelle dei professionisti, che sono classiche WorldTour. Definirlo un corridore U23, quindi, è estremamente riduttivo, visto che lo è anagraficamente, ma fisiologicamente lo si può già definire un professionista a tutto tondo.
Come lui, però, ce ne sono tanti, tantissimi, praticamente tutti quelli che appartengono alle formazioni di sviluppo delle compagini WorldTour. Parliamo di U23 che praticamente fanno già un’attività professionistica, non solo perché corrono spesso coi grandi, ma anche perché si allenano e pensano come i professionisti. Questo fa sì che il livello di questo Giro Next Gen 2024 sia altissimo, e la media di 45,6 km/h della tappa odierna è lì a dimostrarlo.
Che Paul Magnier pensi già da corridore navigato l’ha dimostrato anche oggi: da Pertusio a Borgomanero ha guidato la squadra alla perfezione, non l’ha sfinita, si è preso i punti del traguardo volante per rafforzare la Maglia Rossa e poi ha gestito alla perfezione la volata finale, uscendo al momento giusto e non facendosi infilzare dal vento frontale.
“Era importante per noi arrivare allo sprint dopo aver controllato tutto il giorno – ha detto dopo l’arrivo -. Ci sono stati tanti attacchi, è stata una tappa nervosa, ma all’ultimo km avevo ancora diversi compagni di squadra per supportarmi allo sprint. C’era vento contrario, era importante scegliere il momento giusto per partire. Domani dovrebbe esserci un altro sprint, magari potremmo virare su Andrea Raccagni Noviero, per lui sarebbe importante vincere, visto che non ha un contratto professionistico per il 2025”. Anche generoso nei confronti dei compagni, un capitano vero.