Era il grande favorito e Alec Segaert non ha mancato l’appuntamento con la prima vittoria e con la prima Maglia Rosa del rinnovato Giro Next Gen. Il corridore fiammingo ha sinceramente annichilito la concorrenza, perché 11” sul secondo, su 9,4 km di prova, non sono certo pochi. D’altronde non si scopre oggi, Segaert è uno dei talenti più cristallini per le prove contro il tempo a livello mondiale.
L’anno scorso, da primo anno nella categoria U23, si era laureato campione europeo e vice-campione del mondo, venendo battuto solo da Søren Wærenskjold, che però ha tre anni più di lui e aveva già corso tra i professionisti appuntamenti come Giro delle Fiandre e Parigi-Roubaix. Con il norvegese definitivamente passato coi grandi, nelle cronometro di categoria Segaert è diventato il corridore che tutti guardano e quello che tutti vogliono provare a battere.
Oggi non ci sono riusciti, perché il corridore della Lotto Dstny è stato in grado di viaggiare a 52,4 km/h di media – non male, considerando che le ultime centinaia di metri erano anche in salita al 4-5% – dimostrando di avere una marcia in più rispetto a tutti. E pensare che al primo rilevamento posto dopo 3,5 km era dietro di qualche secondo, poi ha messo il turbo e ha salutato tutti. Loe Van Belle (Jumbo-Visma DT), secondo, è arrivato a 11 secondi, mentre Aivaras Mikutis (Tudor U23) si è fermato a 13”.
Ora, fino alla tappa dello Stelvio, ovvero la quarta, il belga classe 2003, allenato dal fratello Loïc, può pensare di tenere la Maglia Rosa. Etichettarlo esclusivamente come un cronoman sarebbe un errore, perché anche in tappe mosse come quella di domani di Cherasco può provare a dire la sua. Un corridore con la sua potenza, d’altro canto, può permettersi di non temere niente e nessuno.