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Tappa quasi pianeggiante. Si attraversa verso Est il Canavese per raggiungere Novarese e Vercellese sempre su strade rettilinee e sostanzialmente piatte. Finale in circuito (11.2 km) leggermente mosso.
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Città di:
Pertusio
Panoramica
Verde, natura, campi, prati e boschi: è Pertusio (Përtus in dialetto piemontese), forse solo per il numero di abitanti (circa 750 abitant) piccolo centro nella Città Metropolitana di Torino.
Adagiato sulle prime pendici collinari a sud del Sacro Monte di Belmonte, dove si erge imponente l’omonimo Santuario, patrimonio Unesco dal 2003, è un territorio di tradizione contadina, dedito alla vite, alle mele e ai cereali, con un forte legame alla religiosità: il Santuario di San Firmino e la chiesa parrocchiale di San Lorenzo, posta su un poggio elevato, ne delimitano idealmente i confini, mentre l’unica frazione montana, Piandane, è un piccolo borgo di case a metà versante nella salita verso Belmonte. Chi arriverà per la prima volta nel piccolo centro abitato di Pertusio, si immergerà subito in prati verdi, orti e cascine e sullo sfondo ammirerà una collina con varie tonalità, sormontata dalla roccia granitica e dal Sacro Monte di Belmonte.
Gastronomia
L’identità di Pertusio sta nella festa di San Firmino, che si svolge tutti gli anni ad inizio ottobre.
Una festa e una fiera che attira visitatori da tutto il Canavese, dalle valli montane e dal resto della Regione. In passato, questa era l’ultima delle feste patronali che svolgevano nel territorio Alto canavesano durante l’estate, l’ultima prima dell’isolamento invernale per quanti abitavano i piccoli borghi della pianura e della montagna.
Per il grande afflusso di fedeli le celebrazioni si prolungavano per tutto il mese. Dai primi del ‘900 la festa religiosa di San Firmino è diventata sempre più ricca anche di attività civili; il mercato, la fiera agricola e zootecnica, la tradizionale bagna caoda per pellegrini e viandanti, il concorso e la mostra dei fischietti di terracotta.
La bagna caoda (letteralmente “salsa calda”), piatto della tradizione è preparata con acciughe, olio e aglio ed utilizzata come intingolo per le verdure fresche della stagione autunnale.
Assieme alle celebrazioni di San Firmino, questo è diventato il piatto tipico di Pertusio e chiunque si rechi a visitare la cittadina può degustarla presso i locali commerciali del luogo o acquistarla da asporto in qualsiasi periodo dell’anno, soprattutto presso il Ristorante-Panetteria Berta, storico locale del paese noto per il forno a legna e una lunga tradizione familiare.
Il Comune, d’intesa con la locale Proloco, ha recentemente chiesto alla Regione Pimonte di riconoscere Pertusio come Paese della Bagna Caoda della Provincia di Torino.
Sicuramente tipici del territorio sono i torcetti e le paste ‘d melia (antica farina di frumento o fumetto di mais), dolci tipici della tradizione canavesana, da accompagnare con un buon bicchiere di zabaione o di Erbaluce di Caluso (DOCG, il più rinomato vino del territorio, ottimo in versione passito).
Ma l’enogastronomia trova in Pertusio un prodotto antico, difficile da trovare: una varietà di mela renetta, detta “firminella”, tipica dei frutteti del paese.
Anche la tradizione vitivinicola canavesana vive oggi una rinascita grazie ai progetti di giovani del paese; le varietà di vitigni più diffusi sono barbera e freisa.
Punti di Interesse
Pertusio è sicuramente un’ottima meta per gli appassionati delle escursioni naturalistiche, dal centro del paese si può raggiungere prima la Frazione Piandane, la più elevata del territorio comunale e successivamente uno dei Sacri Monti del Piemonte: il Sacro Monte di Belmonte (Patrimonio dell’Unesco), all’interno del Parco Regionale.
Il territorio è ricco di sentieri tracciati percorribili a piedi o con le mountain bike.
Belmonte è diventato il punto di arrivo e di partenza del Cammino di Oropa Canavesano, un percorso che collega i due Santuari. Il percorso devozionale storico parte dal centro di Valperga e si inerpica sulla collina, passando dalla Chiesa medievale di San Giorgio.
Il prossimo 21 e 22 settembre Pertusio ospiterà il suo primo bike festival, dedicato a tutte le discipline del mondo ciclistico, con gare a cronometro, gravel, mountain bike, bmx e attività dedicate ai bambini.
Pertusio lega il suo nome al suo santuario. La storia del Santuario e la devozione al santo (protettore dei soldati) risalgono al 1525. Narra la tradizione che dopo la battaglia avvenuta presso Pavia nel 1525, ove gli spagnoli di Carlo V sconfissero i francesi di Francesco I, un ufficiale francese passò in Piemonte per far ritorno a casa sua. Giunto presso Pertusio cadde gravemente ammalato, ma per intercessione di San Firmino, vescovo di Amiens, molto venerato nel suo paese di origine, riacquistò la salute. Per riconoscenza fece allora erigere un sacro cippo (ancora conservato al presente) con l’immagine del santo, e ne diffuse la devozione. Alla fine del 1600 vi era già una piccola cappella, che fu ingrandita nel 1736, a spese della popolazione. Altri ampliamenti furono eseguiti nel 1819, 1824, 1856. Belle ed armoniose le due cupole, piene di slancio, ed originale tutta la struttura architettonica, impostata secondo i criteri tradizionali della scuola juvarriana. L’interno attuale presenta delicate decorazioni del Boasso e nella cupola principale figurano quattro medaglioni sulla vita del santo, del Siffredi. La facciata venne rifatta nel 1925 su disegno dell’architetto Gallo in stile classico monumentale. La statua marmorea di San Firmino che benedice il soldato è dello scultore Cerini.
Una vecchia cabina dell’Enel, da un anno a questa parte è diventata “Pertusio’s Summery”. Grazie all’idea di Sarah Bowyer, artista internazionale e insegnante dell’Accademia di Belle Arti, le quattro facciate di una vecchia cabina dell’elettricità sono diventate la tavolozza su cui raccontare le tradizioni e le leggende del paese: una guida turistica per grandi e piccini.
Borgomanero
Panoramica
Borgomanero è una cittadina moderna, con una spiccata identità storica e culturale: si presenta come sintesi equilibrata della varietà di paesaggi e degli orientamenti economici della zona, luogo di incontro tra realtà locali e l’influenza dei maggiori centri oltre-Ticino.
Lo stesso impianto urbanistico, costruito sul modello tardo medioevale della croce viaria, sembra rappresentarne l’equilibrata ricettività; fu proprio il fatto di essere naturale crocevia delle strade che conducevano da Novara alla Riviera d’Orta e al Sempione, e da Torino e dalla Valsesia al Lago Maggiore, il motivo principale della costruzione del borgo, destinato a divenire punto di riferimento per il commercio.
La città si estende per 32,36 chilometri quadrati (l’altitudine media è di 308 metri sul livello del mare) sulle rive del torrente Agogna; 30 chilometri a nord di Novara della cui provincia fa parte. Attualmente gli abitanti sono oltre 21 mila.
Il simbolo della città è la statua dell’Immacolata, risalente al 1721.
Particolare importanza è il settore commerciale: da sempre centro importante ha nel mercato del venerdì, uno dei più antichi del Piemonte, il suo punto di forza.
Il folcklore ha la sua massima espressione nella prima settimana di settembre con la “festa dell’Uva”. Nata come testimonianza della tradizione contadina, soprattutto legata alla viticoltura, la prima edizione ebbe luogo nel settembre del 1936. Durante questo periodo due cittadini vestono i panni delle maschere della borgo: la Sciòra Togna e la Carulèna, a cui il Sindaco consegna, all’inizio dei festeggiamenti, le chiavi della città sino al termine della sagra. Tradizione, dalla fine dell’800, è il “palio degli Asini” , una sfida tra contrade in groppa ai quadrudepi.
Gastronomia
A livello enogastronomico, Borgomanero è parte del circuito delle città del Vino. Il piatto tradizionale è il tapulone, carne d’asino macinata e annaffiata nel vino.
Il dolce tipico è il “brutto ma buono”, prodotto dal 1869 e realizzato con zucchero, chiara d’uovo e mandorle.
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