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Tappa interamente pianeggiante o in leggera salita fino agli ultimi 12 km che portano a Zocca. Si attraversa la pianura veneta ed emiliana su strade rettilinee intervallate, negli abitati, dai consueti ostacoli al traffico (rotatorie, spartitraffico, dossi…). Salita finale con numerosi tornanti e alcuni tratti molto impegnativi intervallati da settori in falsopiano.
Ultimi km
Ultimi tre chilometri in salita marcata fino all’ultimo chilometro pianeggiante.
partenza / arrivo
ultimi km
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info turistiche
Città di:
Montegrotto Terme
Panoramica
Montegrotto Terme è una rinomata città termale che si trova ai piedi dei Colli Euganei, a breve distanza da Padova. Conosciuta fin dall’antichità per le sue acque termali, vanta una storia ricca e affascinante che risale all’epoca romana, quando le terme erano già apprezzate per le loro proprietà curative. La città è famosa per le sue strutture termali moderne e ben attrezzate, che offrono trattamenti di benessere, salute e relax, utilizzando le acque vulcaniche ricche di minerali. Questo rende la cittadina veneta una meta ideale per chi cerca rigenerazione e cura del corpo, grazie anche alla presenza di fanghi naturali. Oltre alle terme, Montegrotto offre numerosi punti d’interesse: dal patrimonio storico e archeologico, con siti come il Museo del Termalismo Antico e del Parco Archeologico di Viale Stazione, oltre a Villa Draghi, esempio di architettura eclettica vicina allo stile orientale e gotico lagunare avvolta in un parco secolare con giardini curati e statue incantate, alle bellezze naturali del Parco Regionale dei Colli Euganei, perfette per escursioni e passeggiate. La città vanta anche la presenza del Museo del Termalismo, che conserva i reperti delle aree archeologiche di Montegrotto Terme e nella Butterfly Arc si possono studiare tutti gli stadi di sviluppo di oltre 400 farfalle con differenze tra specie diurne e notturne. La recente costruzione all’avanguardia Y-40 The Deep Joy, piscina d’acqua termale più profonda del mondo, contiene 4300mc di acqua a temperatura 32-34°C che permette di immergersi senza dover indossare la muta.
Gastronomia
L’obiettivo dell’Ente Parco è sempre quello di valorizzare le vere ricchezze del territorio come olio, vino, prodotti tipici e specialità culinarie, creando nuove sinergie tra società, imprese e mondo della cultura con partecipazione della cittadinanza. Il fascino di un paesaggio unico al mondo e l’eccezionalità degli ambienti naturali che favoriscono la biodiversità, si uniscono alle eccellenze enogastronomiche locali offrendo ai numerosi ospiti un’esperienza unica che raccoglie uno straordinario tutt’uno sensoriale di natura, paesaggio, cultura, tradizione, storia e gusto. I prodotti della terra, sapientemente trasformati da maestri del settore che di generazione in generazione tramandano ed affinano con passione quest’arte, diventano le specialità culinarie tradizionali venete che si possono gustare nei numerosi ristoranti, trattorie, agriturismi e cantine del territorio. La nostra cucina, inoltre, aspira ad essere sempre più sostenibile proprio in questo periodo, in cui il Parco Regionale dei Colli Euganei è ufficialmente candidato a divenire Riserva della Biosfera MAB UNESCO, importante riconoscimento che consentirà ai Colli Euganei di entrare a far parte di una rete mondiale in cui si avrà anche l’occasione di promuovere e valorizzare le eccellenze del nostro territorio, tra cui la nostra tradizione enogastronomica e culinaria.
Vino e Bevande
La presenza della vite negli Euganei è molto antica e oggi la viticoltura euganea è un settore in grande ascesa, con piccole e medie aziende dalle cantine linde e ordinate, che mescolano tecnologia moderna e antiche sapienze e offrono un prodotto che, fresco e giovane oppure conservato nelle barriques, si propone sempre con una spiccata personalità di profumi e colori. In ogni bottiglia possiamo così ritrovare il lavoro, le storie degli uomini, le voci delle stagioni.
La Denominazione di Origine Controllata “Colli Euganei” viene riconosciuta con D.P.R. del 13 agosto 1969 e 22 dicembre 2010 vede la pubblicazione del Decreto Ministeriale che riconosce la DOCG per il Fior d’Arancio. Il Consorzio di Tutela Vini Colli Euganei rappresenta un punto di riferimento per la produzione delle omonime DOCG e DOC e svolge attività di promozione e vigilanza per gli oltre 200 associati (tra produttori di uva e imbottigliatori). I Colli Euganei sono fortemente identificati in primis dai Moscati, il giallo denominato Fior d’Arancio e il bianco contemplato nella Doc col nome generico di Moscato.
Il Fior d’Arancio Colli Euganei Docg, in particolare, è un unicum a livello mondiale, declinato in tre versioni: secco, spumante e passito. Il Moscato, che da sempre ha caratterizzato la viticoltura euganea, produce uve vinificate sia in purezza che in uvaggio. Quest’uva ha trovato nei Colli Euganei un habitat talmente congeniale da offrire prodotti di qualità elevata, con impressionanti spettri aromatici, sia per le classiche versioni dolci, che per le nuove vinificazioni secche.
L’altra anima dei Colli Euganei è rappresentata dai vini rossi a base Merlot, Cabernet Sauvignon e Carmenere. Quest’ultimo raro vitigno, di provenienza francese, nel Colli Euganei Rosso regala intense note di peperone verde, che caratterizzano fortemente la cuvée euganea.
Ultimo connotato da inserire nella carta d’identità di queste colline è il Serprino, vitigno autoctono, vinificato frizzante o spumante che regala un vino bianco dai profumi primaverili. Le altre tipologie elencate nel disciplinare sono state inserite principalmente quali vitigni migliorativi per la produzione delle cuvée.
Sentieri
Il Parco regionale dei Colli Euganei è attraversato da oltre 30 sentieri che percorrono paesaggi mozzafiato. La tranquilla pianura e le impervie colline offrono un’esperienza adatta a ogni tipo di visitatore: i livelli variano da tracciati facili accessibili a tutti, a quelli più impegnativi che si rivolgono agli esperti. La biodiversità del Parco, con la sua ricca varietà di flora e fauna, si rivela lungo ogni percorso offrendo uno spettacolo naturale che incanta e ispira gli escursionisti. Il labirinto naturale lungo 200 km, che si snoda tra boschi rigogliosi, vigneti dorati e antichi borghi, vanta 26 percorsi georeferenziati e promossi dall’Ente Parco si prestano a diverse attività outdoor, dalle semplici passeggiate rigeneranti alle escursioni più impegnative, garantendo esperienze indimenticabili a chiunque ami immergersi nella natura. Tra i più suggestivi, spicca quello che conduce al Monte Venda, il punto più alto della catena collinare. Dalla cima, a 601 metri d’altitudine, lo sguardo abbraccia un panorama mozzafiato, che spazia dalle valli sottostanti fino alle vette delle Alpi. Per chi ama la storia e la cultura, i sentieri dei Colli Euganei offrono anche la possibilità di visitare antichi monasteri, castelli e ville venete immerse nel verde. Tra le tappe fondamentali c’è l’Abbazia di Praglia, fondata nel XII secolo e ancora oggi luogo di preghiera e studio per i monaci benedettini. In un territorio così ricco di biodiversità, con una flora e una fauna straordinarie, i boschi di castagni, di querce e di faggi offrono rifugio a numerose specie animali, mentre le zone coltivate ospitano rigogliosi vigneti. I sentieri sono accessibili a tutti, grazie a un’ampia rete segnaletica e alla presenza di aree attrezzate, inoltre possono essere visitati anche con le biciclette, selezionando il mezzo adatto caso per caso a seconda delle caratteristiche del sentiero: fiore all’occhiello del territorio è l’anello ciclabile dei Colli Euganei E2, lungo 63 km, che circonda interamente il Parco. In ogni stagione, i Colli Euganei regalano emozioni diverse, dai colori caldi dell’autunno al verde brillante della primavera, passando per l’incanto silenzioso della neve in inverno e la freschezza dei boschi estivi. Ogni visita è un’occasione per riscoprire la bellezza e l’armonia della natura, lasciandosi catturare dai profumi, dai suoni e dalle sensazioni che solo questi luoghi magici, candidati al riconoscimento UNESCO, sanno offrire.
Zocca
Panoramica
Zocca si trova a cavallo della cresta che divide la valle del Panaro da quelle di Reno e Samoggia. Una posizione eccezionale, che conferisce al paese una particolare aria fina che, soprattutto d’estate, è sicuro refrigerio della canicola cittadina.
Storia, tradizione, natura e cucina sono le parole chiave. Sul suo territorio di 70 km quadrati si trovano 7 antiche frazioni piene di storia e bellissimi monumenti, alcuni di epoca medioevale ed altri anche più antichi: ci sono chiese, campanili e tipici paesaggi rurali. La natura offre bellissime scoperte: il territorio infatti è ricco di boschi, si può fare una sosta in uno dei suoi borghi, o fare una visita in una azienda agricola dove si trovano eccellenti prodotti come il Parmigiano-Reggiano o le castagne. A Zocca si può gustare cibo esclusivo del territorio come borlenghi, tigelle e ciacci, oltre ad un elevato numero di piatti ricavati dalla farina di castagne: i castagnacci, le mistocche, la polenta.
Gastronomia
BORLENGO:
La tradizione orale tramanda che è un cibo per tradizione carnevalesco, cucinato nel periodo che dall’Epifania conduce al martedì grasso; il termine deriva probabilmente da “burla”. Un tempo il borlengo veniva cotto nel camino, oggi sono realizzati artigianalmente fornelli speciali detti “fuochi”, costruiti in modo da rendere uniforme il calore su tutta la padella. Occorre innanzitutto preparare la colla, una pastella molto liquida a base di farina, acqua e sale. Il “sole” va scaldato al punto giusto, poi si versa un mestolo di colla nel “sole” e si manovra la padella in modo che la colla si distribuisca uniformemente sul fondo del recipiente. Quando il borlengo si è solidificato e si solleva, deve essere capovolto… e quindi condito con la “cùnza” a base di pancetta o lardo tritati e con una manciata di Parmigiano Reggiano. Il borlengo viene poi piegato in quattro e servito ben caldo.
CIACIO:
Questo particolare pane si inserisce insieme alle crescentine nelle tigelle e ai borlenghi fra i piatti poveri della civiltà contadina dei nostri monti. Si tratta di una focaccetta, parente della piadina romagnola, che può essere preparata sia con farina bianca (ciacio salato), sia con farina di castagne (ciacio dolce). Il nome è di origine toscana; Il ciacio salato viene farcito con gli stessi condimenti delle crescentine nelle tigelle: con un pesto fatto di lardo o pancetta macinata con aggiunta di rosmarino e aglio, oppure con salumi affettati. Il ciacio dolce viene obbligatoriamente farcito con una buona ricotta di caseificio. Un tocco di raffinatezza può essere dato dall’aggiunta di un filo di miele di castagno e di gherigli di noci tritati.
MARRONE DI ZOCCA:
Ha un frutto di forma ellittica, regolare, di colore marrone rossiccio, dalle striature scure, fitte e rilevate. Un chilogrammo è formato in media di 70/80 frutti; la raccolta inizia al termine della prima decade di ottobre. La produzione, di elevato valore, è destinata quasi esclusivamente al consumo fresco.
Punti di Interesse
MONTETORTORE è un luogo storico: a cavallo tra le province di Modena e Bologna, si trovano le imponenti rovine del castello del XII secolo. Oltre ad esse, si segnalano il borgo di Dragodena, il quattrocentesco complesso insediativo della Fontana e dell’Usignolo (XVI secolo), l’oratorio di San Rocco e il convento delle In questa frazione è presente il Museo della Castagna e del Borlengo, che racchiude gli strumenti per la cura del castagneto e per la lavorazione dei prodotti, oltre al Fantacastagneto, utilizzato per ricostruire l’habitat del castagneto.
MONTOMBRARO: Montombraro è un luogo di cultura, che comincia dalla splendida chiesa seicentesca di San Salvatore, del 1619. La chiesa è posta sulla sommità del monte che domina il paese, dove un tempo sorgeva il castello. L’abitato originario, caratterizzato dalle tipiche abitazioni di sasso, si raccoglie attorno alla chiesa. Da non perdere la casa torre Erbolani risalente al ‘400 con interni affrescati, e l’istituto San Carlo, edificio settecentesco con corte aperta ed annesso oratorio, che fu fondato nel 1714 per l’istituzione dei giovani. L’istituto Ronchi si trova all’interno di una villa nobiliare settecentesca. All’interno dipinti e mobilio di pregio.
MONTECORONE è senza dubbio uno dei borghi più affascinanti e ben conservati dell’Appennino Tosco-Emiliano. La piccola valle su cui sorge il paese è dominata dall’imponente parete rocciosa del Sasso di S. Andrea. Nelle vicinanze si trova anche il Bosco delle Tane, con diverse grotte e un canyon molto interessante.
CIANO, Il Castello di Ciano detto “Il Castellaccio”: località di interesse storico su cui, nel Medioevo, sorgevano un castello, il Castrum Ciliani o Aliani, e probabilmente la chiesa dedicata a S. Margherita di Antiochia con l’annesso Campo dei morti.
MISSANO, Pieve dei Santi Vitale e Biagio: antica pieve dedicata a San Vitale, custodisce al suo interno l’unico polittico ancora esistente nell’Appennino modenese: cinque tavole che raffigurano la Madonna con il Bambino fra i Santi Antonio Abate, Lucia, Vitale ed Agostino
MONTALBANO si arrampica quasi in verticale alla parete sud del Monte della Riva, conservando intatto il fascino dell’antico fortilizio, con il saliscendi di vicoli, la chiesetta settecentesca dedicata alla V. Assunta e la graziosa canonica, su cui si erge il campanile del ‘600. Il panorama è stupendo: a nord i boschi risalgono la Riva, a sud lo sguardo arriva fino al crinale dell’Appennino Tosco-Emiliano, dominato dal Corno alle Scale e dal Monte Cimone
ROSOLA, Torre Rangoni: la Torre Rangoni Machiavelli è l’unica testimonianza rimasta dell’antico Castello di Rosola, databile al ‘200, e senza dubbio l’edificio più antico della zona.
Monte Questiolo, situato sul monte che domina il versante destro del Panaro, conserva la torre del ‘300 e una parte consistente di cinta muraria su cui si possono ancora osservare alcune feritoie e l’originale portale di accesso al Castello.
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